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Nasce a Milano nel 1831 e vi muore nel 1902; vive tutte le trasformazioni politiche, culturali, sociali ed economiche di una città e di una nazione, la nostra Italia, che negli stessi anni ottiene la tanto desiderata Unità. Autore sconosciuto alla maggiore storiografia artistica, si forma col padre Filippo (1804-1871), noto incisore e disegnatore. A metà Ottocento, il giovane Naymiller inizia a collaborare col padre per la realizzazione di alcune prime opere a stampa destinate al commercio e pubblicate dall'editore Antonio Vallardi (varie edizioni della Mappa di Milano, la Carta intestata Vallardi, degli Studi di Alberi). Il Vallardi sarà, nel corso degli anni, un riferimento fondamentale per il quale realizzerà anche altre mappe (Pianta di Buenos Aires e le varie edizioni della Carta Topografica della Città di Milano). La frequenza dei corsi all'Accademia di Brera negli anni tra il 1847 ed il 1850, porterà Carlo a prediligere la pittura, ed in particolare il vedutismo e il paesaggio, temi cari alla produzione pittorica ottocentesca. Nonostante altre attività lavorative intraprese nel corso degli anni, la pittura resterà una passione costante durante tutta la sua vita, e le sue opere si trasformeranno spesso in oggetti di memoria personale e familiare (l'Autoritratto, il Ritratto della moglie Teresa Figini, la Madonna della Seggiola), oppure in doni per amici e congiunti o per istituzioni a lui care (il San Gerolamo del 1871, la pala di San Barnaba, la Pergamena Commemorativa del il nuovo concerto di campane del 1889, oggi appartenenti alla Parrocchia di Busto Garolfo).

Dal 1862 lavora come disegnatore all'Ufficio Tecnico del Comune di Milano, dove contribuisce a realizzare svariati progetti per la città in costante mutazione. Alcuni disegni sono firmati dall'autore, molti altri, a tutti gli effetti documenti ufficiali del Municipio, resteranno anonimi. Da non dimenticare che Carlo Naymiller fu anche architetto e progettista degli scomparsi lampioni a gas per la piazza di San Carlo al Corso a Milano (1866), della Fontana monumentale di piazza Cavour a Como (1872), che dal 1902 si trova presso il giardino zoologico del Bronx a Nuova York, oltreché del demolito teatro Politeama Milanese (1871) di Milano, di cui non rimane traccia. Nel suo lavoro tanto ha dato alla cultura lombarda, da essere incluso nelle principali sedi museali milanesi e addirittura internazionali. Opere di Naymiller si trovano dalla Galleria di Arte Moderna al Museo del Rinascimento di Milano, passando per lavori conservati in Francia e a Buenos Aires. Un artista a tutto tondo quindi, che ha lavorato su più versanti e ci ricorda l'eclettismo della cultura romantica. Le opere conservate a Busto Garolfo rendono immediatamente l'idea di una grande preparazione artistica di ispirazione accademica, sempre precisa e di alta qualità. Nell'opera di Naymiller si percepisce chiaramente la professionalità e la dedizione dell'uomo e dell'artista. La prova finale della sua umanità, viene poi dal suo lascito testamentario in favore della cittadinanza di Busto Garolfo per la costruzione della scuola d'infanzia, che tuttora porta il nome dei coniugi Figini-Naymiller. Un gesto che, ancor più, permette di valutare la sua opera con un occhio di particolare ammirazione. 

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